31 dic 2020

Cosa rimane di quest'anno

Sembra incredibile, ma su questo 2020 possiamo davvero tirarci una riga sopra.

Incredibile perché sembra essere iniziato davvero ieri, è passato davanti ai nostri occhi così di corsa che si ha l'impressione di non aver avuto neanche il tempo di vederlo (e non solo perché stiamo diventando vecchi e più si cresce più gli anni volano).

E' stato l'anno degli opposti, delle contraddizioni, delle reclusioni, di possiamo fare le nostre ma solo in certo

modo o magari farle a metà. L'anno della paura per noi stessi e per gli altri più vicini e più lontani. All'inizio speravo che tutto quello che stavamo vivendo ci potesse insegnare, o meglio ricordare, qualcosa. Speravo in un senso di collettività, di solidarietà che si potesse diffondere gli uni tra gli altri perché stavamo vivendo tutti, senza distinzione, una situazione nuova, sconvolgente, difficile.  Se all'inizio abbiamo avuto una parvenza di unità con esporre il tricolore e cartelloni con arcobaleni vari e ritrovarsi a cantare alle 18 fuori dai balconi, il senso di umanità si è davvero dissolto non appena abbiamo messo il naso fuori di casa: c'era chi andava in giro solo per fotografare,"denunciare" via social gli altri, chi ne è sbattuto di osservare le regole e ha continuato a fare come gli pareva e mettendo in difficoltà gli altri intorno, chi le regole le ha sempre rispettate ma, a volte, non è bastato.

E' stato l'anno in cui abbiamo vissuto per la prima volta la mala gestione della sanità che si è susseguita per anni in questo paese, nonostante altri pregi che danno diritto a chiunque di poter entrare dentro un pronto soccorso ed essere curato. Non è affatto scontato.

E' stato un anno di rivolte, di lotte per diritti primari. Siamo ancora fermi alla differenza tra neri e bianchi e il movimento Black Lives Matter ne è la dimostrazione, dobbiamo parlare ancora e ancora dei diritti delle donne calpestati ogni giorno. Abbiamo visto come ancora non sia scontato il diritto all'aborto, come ancora lo stile di vita di una donna sia sotto giudizio di altri costantemente.

E' stato l'anno in cui la cultura è diventata secondaria: niente concerti, niente spettacoli teatrali, niente mostre, niente uscite al cinema. Sì, è vero che gli operatori dei vari settori si sono fatti il mazzo ad inventare nuove forme, nuovi mezzi per non stare fermi e per non mandare in fumo anni di sacrifici e di lavoro, ma, parliamo sinceramente, questi sforzi non possono sopperire a quello che è stato perso e quello che continueranno a perdere vista l'incertezza regnante per questo settore.

E' stato l'anno nero per il turismo e per tutta la filiera ad essa collegata.

E' stato l'anno della solitudine. La solitudine di chi ha dovuto combattere la malattia da solo, la solitudine di chi ha perso un proprio caro e non ha potuto neanche vederlo, la solitudine di chi ha affrontato il travaglio e il parto senza un appoggio morale a fianco, la solitudine dei nostri nonni, sia che abitino in casa o che siano in una residenza, hanno passato la maggior parte dell'anno senza poter neanche vedere un figlio o un nipote. La solitudine dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, costretti a casa senza un contatto con i propri coetanei per mesi e mesi. La solitudine di chi ha passato mesi e mesi lontano dalla propria famiglia per colpa della distanza geografica.

E' stato l'anno di nuova forma di socialità: una socialità, per così dire, più intima e privata, una socialità caratterizzata da distanziamento e priva di contatto fisico.

E' anche stato l'anno che ci ha fermato come mai era successo. Ci ha costretto a confrontarci con noi stessi,con i nostri limiti, con i nostri pregi e difetti come sarebbe difficile farlo nel quotidiano. Ci fatto provare la noia, la nostalgia, la rabbia, la frustrazione, la preoccupazione, il dolore, la mancanza, la convivenza forzata H24.

Ci ha riportato ad apprezzare le piccole cose che erano più che scontate: una passeggiata all'aperto, un aperitivo con gli amici, un giro in macchina, un caffè al bar, una cena al ristorante, una mattina al parco, una nuotata al mare, la gioia di uscire per andare al lavoro o a scuola, che basta rimandare di fare o dire qualcosa per qualsiasi scusa ci inventiamo.

E' l'anno da cui abbiamo imparato ad apprezzare e custodire ancora di più tutto quello che abbiamo: le nostre esperienze, i nostri affetti, le nostre vittorie, il nostro lavoro, la nostra famiglia, la nostra salute, i nostri amici. Un sorriso, un abbraccio, un bacio. Che dire "ti voglio bene" può rasserenare e cambiare una giornata e non costa niente.

Non ho, certo, la sfera magica per sapere cosa succederà l'anno che entra, ma almeno ho e abbiamo avuto il tempo per temprarci, per sapere come affrontare le situazioni anche più inaspettate. Tutto quello che vorrei per il 2021 è un pò più di serenità vivere al meglio tutto quello che succederà.

E tu cosa ti aspetti dall'anno nuovo? Cosa ti porti dietro del vecchio e cosa lasci indietro?

Scrivilo nei commenti e, se ti va, condividi il post.


Ps: Sì, la foto è di qualche anno fa e di una serata per cui rido ancora adesso!




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