2 lug 2020

Sos: concerti cercasi.

Sto guardando lo speciale su Modena Park di Vasco dello scorso anno. Difficile non essere legati a Vasco in qualche modo. A vedere lui che ancora tiene il palco senza fronzoli come lui sa fare, a sentire i musicisti che sono uno dei suoi grandi punti forza, a vedere tutti sotto il palco a cantare a squarciagola, ad abbracciarsi, a condividere felicità ed emozioni provo nostalgia. 
Nostalgia per un concerto. Non solo per ascoltare e vedere un artista che mi piace ma per tutto quello che un concerto ha sempre significato. 
La musica ha sempre fatto parte di me, sono sempre stata curiosa senza paraocchi. Da adolescente ho sempre teso l'orecchio a quello che ascoltavano le persone più grandi di me, ai miei amici insomma a quello che mi capitava di ascoltare. Crescendo i miei gusti si sono delineati, ma la curiosità è sempre rimasta. Per molti anni, poi, i concerti sono diventati anche una professione: organizzare tour per artisti, tour manager, ideare e realizzare eventi. Il lavoro che mi ha permesso di unire una passione con una professione, di conoscere alcuni dei miei artisti preferiti potendoci scambiare 4 chiacchiere e bere una birra nel backstage, di viaggiare per eventi e festival in Italia ed Europa, conoscere tantissime persone nuove e condividerci di tutto dal bagno, alla camera ad una cena ad un viaggio in furgone, ad una incazzatura. 
Quello che accomunava la maggior parte delle situazioni era vedere le persone che volevano passare momenti di non pensare a niente ma solo stare bene, tutti lì per un motivo solo. 
L'atmosfera di un concerto: arrivare per prendere il posto, stare sotto al sole ad aspettare, cantare, pogare, perdere gli amici con cui eri e ritrovarli a fine concerto, farsene dei nuovi abbracciandosi ballando e a "rubargli" la birra solo perché non hai voglia di andare al bar e perderti quel pezzo lì, sederti per terra a fine concerto con le gambe a pezzi, ma felice chiacchierando con chi è vicino. 
Be' è un bel modo di vivere secondo me. 
Provo nostalgia perché, pensandoci, è un po' che non mi vedo un bel concerto e perché so che passerà altro tempo prima di poterne vedere uno. Che palle e che tristezza. 
Come se ora divertirsi sia un reato o, se proprio non ne puoi fare a meno, devi comunque stare in paranoia. Oltre che una privazione personale è un danno enorme. Sono migliaia le persone per cui la musica non è solo divertimento, ma un lavoro (poi che male c'è lavorare divertendosi?). Dietro il palco sono tantissime le professionalità richieste senza le quali non potrebbe esserci niente. 
In questo periodo c'è stata l'ennesima conferma: non è considerato un vero lavoratore chi opera nel settore del divertimento, anche se si parla di industria della musica e degli eventi. Non mi dilungo su questo perchè è un argomento che merita un articolo a parte, però penso che anche questa mancanza, in qualche modo, segnerà tutti noi. 
Un' altra nostra maniera di vivere che è cambiata, volendo o no, senza aver avuto scelta.
Io non voglio vivere con la paura, con la psicosi dell'altro, non mi arrendo a questo e neanche voglio pensare a che mia figlia non potrà fare questo tipo di esperienze. Penso, anzi, che sono orgogliosa di aver vissuto così fin'ora e che nessuno potrà portarmele via o cercare di farmi sentire "sbagliata" per voler continuare a viverle. 
Quindi armiamoci di ulteriore pazienza e ci vedremo l'estate prossima sotto un palco a cantare e ballare con una birra in mano.  





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