16 giu 2020

Non è un mondo per donne #1

Una delle notizie di questi giorni è che la regione Umbria ha tolto la possibilità dell'aborto farmacologico in day hospital e poi a domicilio.
Solo l'argomento aborto crea ancora un'accesa discussione.
"Avresti dovuto pensarci prima", "Uccidi una vita", "Se non volevi rimanere incinta bastava che prendessi precauzioni", "Incosciente", "La vita è il dono più bello","Te ne pentirai", "Come fai a vivere sapendo di aver ucciso qualcuno?", "Vedi? Io l'ho sempre fatto e non mi è mai capitato". Queste sono solo alcune delle frasi che una donna ancora si sente dire quando si parla di aborto.
Io sono sempre stata per la libertà di scelta su tutto. La libertà di scegliere cosa sia meglio per me è imprescindibile.
Negare ad una donna questa possibilità è abominevole. Soprattutto quando si parla delle sue scelte personali, intime, nessuno può avere voce in capitolo. 
Arrivare a scegliere l'aborto, credo non sia semplice. E' una scelta ben ponderata, sofferta, ma l'unica possibile evidentemente.
Nessuna donna la prende alla leggera o la considera come una forma di anticoncezionale in più: "Trombo a destra e a manca, tanto se rimango incita posso abortire". Non credo succeda così.
Da oggi, quindi, in Umbria una donna che sceglie di interrompere la gravidanza deve essere ricoverata in ospedale per tre giorni. Non è un aspetto secondario vista l'alta percentuale di medici obiettori di coscienza e la gogna pubblica a cui si dovrà sottoporre perché dovrà giustificare la propria assenza in famiglia, al lavoro e dovunque in pratica.
Quindi oltre alla sofferenza personale dovrà affrontare anche il giudizio della gente in qualche modo. E forse questo è l'aspetto peggiore, perché è difficile trovare una mano amica, una spalla su cui piangere, un conforto quando si parla di aborto. 
Sembra che la donna che scelga di interrompere la gravidanza possa solo essere una donna, fredda, gelida,frivola, menefreghista e quant'altro. Non è così, però, in molti casi. 
Non è dare uno schiaffo alle donne che desiderano avere un figlio e non lo possono avere, non è non voler avere responsabilità in più, non è mancanza di rispetto.
Sono convinta che arrivare a prendere una decisione di questo tipo non sia semplice e che nel momento in cui ci troviamo di fronte una donna che prende la decisione di interrompere la gravidanza dobbiamo mettere da parte le nostre convinzioni (religiose e non), avere rispetto e accettare la sua scelta invece di giudicarla soltanto. E' una scelta sua, talmente personale, riguardante solo lei e la sua sfera intima che nessuno può pensare di avere la soluzione giusta.
Penso che questo sia il compito di una società e delle istituzioni: non illudere la donna di avere fatto passi in avanti nel prendersi i diritti che le si spettano per poi catapultarla di nuovo a non poter prendere decisioni per se stessa, per il suo corpo e per la sua vita e costringerla a dover sempre stare un passo indietro nell'affermare la sua persona. 
Non è un mondo pronto ad accettare le donne.








1 commento:

  1. Tutti gli Umbri ma in particolare le donne sono stati pillonati. Grazie Donatella Tesei.

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