27 apr 2020

Sensazioni di una 40ena #2

Non voglio fare un post di critica e polemica, ma la sensazione di indignazione è forte. 
Entreremo presto nella fase 2 di questo casino, ma leggendo il decreto stamattina sono rimasta basita da come non ci sia una progettualità per questo nuovo capitolo. Non ci vuole una laurea o chissà che mente geniale per capire che senza progettualità si può fare poco, ma in tutto non solo nel gorverno. Capisco che sia una situazione mai vissuta negli ultimi 75 anni, è complessa, complicata e difficile, ma proprio per questo ci vuole un progetto dietro chiaro e preciso a 360 gradi.
La mia indignazione e rabbia nasce anche dal non avere sentito menzionare mai le parole famiglia e bambini. 
E' scontato, ancora una volta, che in questa presunta fase 2 tutto ricada nelle spalle, già belle larghe e forti prima della pandemia, delle donne e mamme.
Bè non è giusto. Certo siamo donne e mamme e ci prendiamo la responsabilità di tutto quello che significa crescere un figlio, ma nessuno può pensare che la figura materna e paterna possa ottemperare e sostituire gli aspetti sociali, affettivi, educativi e didattici dei figli. Di qualunque età. Quello che ho visto e continuo a vedere è come la vera vittima di queste scelte sia la fascia di età 0-6 anni. E' vero che sono piccoli, è vero che non si può parlare di didattica a distanza, è vero tante cose, ma quello che più è vero è che sia dato per scontato che ci sia la mamma. Parlano di una fase 2 senza considerare come poter organizzarsi con i figli. "C'è il bonus baby-sitter!" direte voi. Sì, giusto; ma in questo periodo di sforzo gigantesco da parte di tutti per prevenire l'espansione della contagio come può una famiglia far entrare in casa una persona esterna e non sapere se può essere portatrice o meno del virus? O meglio è una domanda che si dovrebbero porre entrambe le parti, sia chi offre sia chi cerca lavoro. Siamo chiusi in casa da 53 giorni (io almeno), ci sentiamo chiedere di fare ulteriori sforzi per il bene comune e poi?? Per rientrare al lavoro dobbiamo assumere una persona senza sapere come sta, fidandoci della parola. Ma siamo pazzi??!!
E' proprio vero che il welfare di questo paese è dato dai nonni! Rendiamocene conto. 

All'inizio di questa situazione mi dicevo che noi ne saremmo usciti migliori, il Paese anche, era una buona occasione per cercare di migliorare gli aspetti che non funzionano visto che si deve ricostruire, ma no, non ne usciremo migliori, nè il nostro Paese lo sarà. Con queste premesse non è possibile. Rimarremo sempre un paese retrogrado, almeno per le politiche sociali e della famiglia. Viva i Patti Lateranensi allora, almeno lì era scritto nero su bianco e alla luce del sole. Gli anni di lotte e conquiste bruciati in un attimo nel sentire dire che è possibile andare a trovare i congiunti (per ora intesi solo come legami sanciti dalla legge o di sangue forse). Quindi è qualcun' altro che decide chi sono i miei affetti, devo essere sposata altrimenti la relazione non può essere definita tale o meglio non degna di considerazione, potrei continuare, ma è sufficiente. Troppo sufficiente. 

L'Italia 2.0 continuerà ad essere un paese difficile per una donna che ha un lavoro o ne cerca uno, una donna che ha un figlio o vorrebbe diventare madre, per una coppia che non ha messo una firma su un foglio e per tutti gli altri affetti che non sono considerati come tali.  







1 commento:

  1. Hai ragione....non capisco i loro criteri di valutazione ma di sicuro non ci aiutano...

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