17 nov 2021

Non è mondo per donne #4

 Argomento di queste ore è l'uscita gravissima di Alfonso Signorini in diretta TV, in prima serata, in cui, con un plurale maiestatis, afferma di essere contro l'aborto, contro anche l'aborto di un cane. Oltre all'accostamento donna/cane che mi lascia a dir poco sbigottita, oltre a dover sentire parlare al plurale per esprimere un'opinione personale come ad essere il rappresentante di un gruppo, di una setta o altro, ma la tua opinione in diretta TV che l'ha chiesta?

Questa crociata contro l'aborto, partita ormai da qualche tempo e non solo in Italia considerando che in molti paesi ancora non è legale, proprio non mi va giù e non riesco a capirne i motivi.

Chi ha il diritto di decidere per il corpo di qualcun altro? Chi??

Perchè è così difficile pensare che una donna possa decidere liberamente del proprio corpo? Perchè in tutta la questione dell'aborto si sente difficilmente parlare del feto che non ci sarebbe più, ma ci si ferma allo step prima, a quello in cui è la donna a prendere una decisione per sè senza dover chiedere a qualcun altro?

Secondo me è proprio questo che non va giù. Sono sicura che se fosse un diritto del tutto maschile non ci sarebbe nemmeno dibattito.

E' proprio complicato accettare che la donna sia padrona, lei e soltanto, di qualcosa ed ha la libertà di decidere e fare quello che vuole. 

Questa paura del corpo femminile, definito da molti così potente e così misterioso, attanaglia la nostra cultura, e non solo, da secoli.

Le religioni monoteiste ce l'hanno inculcata, circa 125 milioni di donne convivono con uno stato di mutilazione dei proprio genitali ed ogni anno se ne aggiungono circa 3 milioni, in molti stati non viene riconosciuta nemmeno la possibilità di aborto terapeutico e quindi si lascia morire la donna senza troppi drammi,


potrei continuare...

Secondo me questo cercare continuo di imporre alla donna cosa deve fare, come deve vestire o meglio cosa non deve indossare, chi deve sposare, quale lavoro può fare e quale no, gli ostacoli che trova nel conciliare il mantenere un lavoro con i figli, una parità di salario, arrivare a ricoprire ruoli importanti nel lavoro, riuscire a superare i pregiudizio  e preconcetti è tutto scaturito dalla paura.

Dalla paura che una donna possa essere capace nel fare le cose e potrebbe farle meglio e quindi rovesciare questa società patriarcale a cui tanti sono molto affezionati e da cui non vogliono evolversi.

Il problema principale della questione non è Signorini in sè, che ripeto essere gravissimo, ma il largo consenso che ha ed ottiene dopo un'uscita del genere. Non parla a nome di una minoranza, ma rappresenta il pensiero comune di una larga fetta di paese, donne comprese. 

A questo, care donne, c'è davvero poco rimedio. E' inutile lottare, parlare di diritti, fare informazione se molte donne per prime sono quelle a cui far capire che tutto questo è anche per loro, per il loro diritto imprescindibile di scelta. Non bastano titoloni sui giornali o un post in social network perchè i giornali non letti da tutti e nei social ognuno ha la sua "nicchia" di riferimento. Non sto dicendo che non siano importanti, ma sarebbe più importante spostare la discussione nella realtà, parlarne ad una cena con gli amici, con i figli, gli zii, i cugini, i genitori e chi più ne ha più ne metta. Far diventare questo argomento non più un tifo da stadio, come ogni altro argomento oggigiorno, in cui si è a favore o contro l'aborto. Qui non c'è da essere a favore o contro, non c'è da schierarsi con striscioni in una curva allo stadio. Qui c'è solo da prendere atto che esiste una cosa e si ha la libertà di esercitarla senza dover chiedere niente a nessuno.


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